Domenica 3 maggio 2020, IV DI PASQUA
Dal Vangelo
Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse: “In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perche conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perche non conoscono la voce degli estranei”. Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
Dalle Fonti
Ammonizioni XXVII,1-6: FF 177
Dove è amore e sapienza, ivi non è timore né ignoranza (Cfr 1Gv 4,18). Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira né turbamento. Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia. Dove è quiete e meditazione, ivi non è né preoccupazione né dissipazione. Dove è il timore del Signore a custodire la casa (Cfr Lc 11,21), ivi il nemico non può trovare via d’entrata. Dove è misericordia e discrezione, ivi non è né superbia né durezza.
Alla vita
Il Vangelo e le Fonti mettono a tema oggi la possibilità dell’accesso a una vita autentica e piena: la Porta-Gesù e le porte-virtù. Gesù è la Porta delle pecore, porta spalancata sul Padre, sulla possibilità di imparare uno stile che davvero ci rende Sue pecore, uno stile che manifesta visibilmente un’appartenenza… Le virtù celebrate da Francesco ne sono una concreta, quotidiana manifestazione. Per assumerle interiormente però occorre imparare da Lui, occorre passare per la Porta di servizio: porta piccola, stretta, dove ognuno è singolarmente guardato, vegliato nel suo passaggio. Gesù è il Pastore bello che conosce una per una le pecore che il Padre gli ha affidato e le custodisce, ne difende la vita, senza discorsi gridati, senza voci di potere, ma con il richiamo di chi attrae perché ama. Il Vangelo ci sollecita a meditare, non solo su chi è Gesù per noi, ma anche a chiedere a noi stessi quale via di accesso utilizziamo quando entriamo in relazione con gli altri. Entriamo nell’esistenza altrui da predatori o da custodi?
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