Diventare capaci… anzi, capienti!
Mercoledì VI Settimana di Pasqua
At 17,15.22-18,1 Sal 148 Gv 16,12-15
San Bernardino da Siena sacerdote, festa
Lo Spirito santo viene a guidarci a tutta la verità. Ci svela le molte cose che il Signore ha da dirci. Ci svela il mistero del Padre e il Figlio uniti nell’amore. Ma anche il mistero della vita, dell’amore, degli altri, di me stesso. A noi, come ai discepoli, queste molte cose sono svelate con gradualità, con rispetto, secondo ciò che “siamo capaci di portare”. La capacità, tuttavia, non è intesa come bravura, prestanza o intelligenza. È una questione di “spazio disponibile”. Forse, più che di capacità, possiamo parlare di capienza. Allora è necessario farsi umili, piccoli. Quando docilmente facciamo posto in noi allo Spirito, alla Parola, alla vita stessa, consentiamo al Signore di donarci molte cose. Paolo annuncia agli ateniesi il Dio “che non è lontano da ciascuno di noi”. Non sono richieste doti speciali o sforzi inauditi per trovare il Signore, “tastando qua e là come ciechi” (At 17,27), perché chi procede a tentoni ha paura di inciampare. Ma chi lo cerca con cuore sincero è già al sicuro, è già trovato!
Grazie Signore, perché sei Tu che ci cerchi per primo. Sei Tu che “dai a tutti la vita, il respiro ed ogni cosa”.
Dalla Leggenda dei tre Compagni (FF 1465)
[Un frate, quando stava ancora nel mondo] gli parve di vedere in visione che tutti gli uomini del mondo fossero ciechi e stessero in ginocchio intorno alla chiesa di Santa Maria della Porziuncola, a mani giunte e levate insieme, con il viso verso il cielo. E ad alta voce, piangendo, supplicavano il Signore affinché si degnasse nella sua misericordia di ridonare a tutti loro la vista. Mentre pregavano, gli parve che dal cielo uscisse un grande splendore che, scendendo su di loro, li illuminò tutti con la sua luce risanatrice.
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