Una vigna per vivere
Venerdì II Settimana di Quaresima
Gn 37,3-4.12-13.17-28 Sal 104 Mt 21,33-43.45
Il buon Dio piantò una vigna nel giardino e la circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. Tutto è preparato per la vicenda umana, tutto è pronto perché la vigna sia il luogo in cui si possa vivere! La vigna è figura della benedizione di Dio, è una benedizione che non ha termine, una benedizione che apre in qualche modo all’esperienza di Dio stesso. Nella vigna si può vivere perché la siepe la separa dal deserto creando così un’oasi in cui non mancherà mai l’acqua per essere un luogo fertile. La torre, simbolo della presenza di Dio, ci dice che la vigna sarà abitata e mai abbandonata perché è il luogo della relazione, della comunione, il luogo in cui riceviamo vita. Se non usiamo bene della vigna e la guardiamo solo con gli occhi del possesso, possiamo rompere le relazioni con Dio e con gli altri.
Padre buono, grazie perché ci doni sempre un luogo dove possiamo trovare la vita!
Dalla Regola non bollata [FF 450]
Si può veramente dire che il cardinal Ugolino compiva l’ufficio di pastore della nuova Fraternità, pur lasciandone il nome a san Francesco. Il beato padre proponeva quanto era necessario, ma era Ugolino che provvedeva che venisse messo in esecuzione. Quanti minacciavano i primi passi dell’Ordine per rovinarlo!
Quanti cercavano di soffocare l’eletta vigna che il Signore stava piantando nel mondo e di annientarne le promettenti primizie! Ma tutti costoro furono vinti e trafitti dalla spada di quel provvido signore e padre. Egli era infatti un fiume di eloquenza, un baluardo della Chiesa un intrepido assertore della verità, ma ancora paterno sostegno degli umili. Memorando e benedetto, quindi, il giorno in cui il servo di Dio si affidò a questo Pastore di anime!
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