Edificare con le parole
Martedì I settimana di Quaresima
Is 55,10-11 Sal 33 Mt 6,7-15
Le parole che Dio ci dona sono Spirito e vita, perché lui è amante dell’autenticità, di ciò che è vero e che libera l’uomo dal male.
Avere questa fede fa la differenza per noi: perché vuol dire che noi ci fidiamo, cioè crediamo che la Sua parola è vera e ci lasciamo determinare da essa.
Questo dovrebbe valere per tutti gli ambiti, ma possiamo pensare oggi in particolare come il nutrirci ogni giorno della sua Parola dovrebbe influenzare anche il nostro parlare. Quante volte facciamo esperienza di parole sprecate, inutili, non edificanti ascoltate o pronunciate da noi. Il profeta Isaia e il vangelo di oggi ci invitano a riflettere sul nostro parlare perché sia sempre più fatto di parole che abbiano la fragranza dell’intercessione, della ricerca del bene sincero per tutti.
Signore, tu solo hai parole di vita eterna e solo te vogliamo servire nei fratelli. Donaci di saper dire parole di vita.
Dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [FF 605]
[Alla Porziuncola] vi era osservata in tutto una rigidissima disciplina: nel silenzio e nel lavoro, come pure in tutti gli altri ordinamenti della vita regolare. Non era permesso ad alcuno dire, in questo luogo, parole oziose, né riferire quelle dette da altri. Se uno, a volte, mancava in questo, veniva messo in guardia a non ripeterlo mai più da un castigo salutare. I frati che vi dimoravano, erano impegnati giorno e notte nelle lodi divine, e conducevano una vita angelica, fragrante di soave odore.
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