Missionari per vocazione
Venerdì V Settimana del Tempo ordinario
At 13,46-49 Sal 116 Lc 10,1-9
Santi Cirillo e Metodio, memoria
Essere fratelli è la nostra missione di cristiani perché facendoci fratelli mostriamo il nostro essere Figli di Dio!
Noi sappiamo che tutto è possibile a Dio! Perciò, la missione, non è bravura nel saper proclamare belle parole, ma è lo stile di vita che tocca il cuore, che da speranza, che fa porre una domanda di senso. Per far questo dobbiamo avere uno stile d’apertura, d’amore, lo stile che non esclude nessuno. La fraternità è luogo in cui manifestiamo l’essere Figli e fratelli, dove l’ideale diventa vita, dove la quasi perfezione umana che presumiamo di avere lascia lo spazio perfezione evangelica fondata sull’amore reciproco fatto di ascolto, di servizio, di perdita di me per far ritrovare l’altro. La fraternità ci forma per poi portare ciò che in essa mi è dato di sperimentare come gioia: la presenza del Signore, la pace, la condivisione della mensa, la guarigione. Tutto ciò non è delegabile ad altri, perché ognuno è chiamato ad agire, ad ognuno è donato di poter vivere da Figlio di Dio.
La testimonianza dei Santi Cirillo e Metodio rafforzino in noi il desiderio di testimoniare l’Amore per il Signore e per la Chiesa.
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1076]
Una volta alcuni frati si recarono nei paesi degli infedeli e incontrarono un saraceno che, mosso da pietà, offrì loro il denaro necessario per il vitto. Essi lo rifiutarono e quell’uomo ne rimase meravigliato, perché li vedeva sprovvisti di tutto. Ma quando, finalmente, comprese che non volevano denaro, perché si erano fatti poveri per amor di Dio, si legò ad essi con tanto affetto che promise di fornire loro tutto il necessario finché ne avesse avuto la possibilità.
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