Fissa lo sguardo
Mercoledì VI Settimana del Tempo Ordinario
Gc 1,19-27 Sal 14 Mc 8,22-26
È interessante l’immagine che Giacomo usa per spiegare le nostre disattenzioni e infedeltà: come uno che si guarda distrattamente allo specchio e poi non ricorda neanche più il suo volto. Così è l’uomo che ascolta la Parola di Dio e poi non la vive. Chi invece vive con vigilanza, cioè fissa lo sguardo sulla legge della libertà e le resta fedele, troverà la sua felicità nel praticarla! Quando allora non custodiamo la Parola e non l’amiamo, non la meditiamo e non la mettiamo in pratica, siamo infelici e ciechi. Non vediamo, o quanto meno non vediamo bene la vita e confondiamo le cose importanti: per esempio non riusciamo a vedere gli altri come persone e come fratelli. Il cieco di Betsàida si lascia prendere per mano da Gesù, si lascia avvicinare, toccare, curare dai suoi gesti e dalle sue parole. E pian piano la vita ai suoi occhi diventa chiara e bella!
Signore, tu vuoi prenderci per mano, avvicinarci sempre più a te e guarire i nostri sensi, perché ci vuoi rendere veramente felici.
Da alcuni miracoli dopo la morte di San Bonaventura [FF 1300]
Alla vigilia di San Francesco (…) la donna cieca aprì gli occhi, vide con chiarezza, si prostrò in devotissima adorazione. Così adorando, gridò forte: «Grazie a Dio e al suo Santo, perché io vedo il Corpo di Cristo». (…) La donna con la gioia nello spirito e la luce negli occhi, tornò a casa sua, tutta esultante, non solo perché aveva recuperato la vista, ma anche perché le era stato concesso di vedere, prima d’ogni altra cosa, quel mirabile sacramento, che è luce vera e viva delle anime. Tutto ciò, per i meriti di San Francesco e in virtù della fede.
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