Dio è grazia!
Lunedì, Feria propria del 23 dicembre
Ml 3,1-4.23-24 Sal 24 Lc 1,57-66
La prima lettura riporta gli ultimi versetti dell’Antico Testamento, che si chiude con una grande promessa: Prima del giorno del Signore Dio manderà il profeta Elìa: “egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri”.
E il Vangelo di Luca si apre con l’annuncio della nascita di colui che incarnerà questa promessa, Giovanni il Battista.
Il nome “Giovanni” significa “Dio è grazia, bellezza, amore”.
Zaccaria ed Elisabetta erano “ambedue giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore” (Lc 1,6). Ma il nome “Giovanni” che Dio impone per mezzo di Zaccaria, ci insegna che tutto è grazia.
In questa famiglia, Dio ci mostra che mai dimentica le sue promesse (Zaccaria: “Dio si ricorda”), ma sempre porta a compimento la sua parola (Elisabetta: “Dio ha promesso, ha giurato, porta a compimento”). E tutto questo per grazia, solo per grazia.
O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 583]
Il servo e amico dell’Altissimo, Francesco, ebbe questo nome dalla divina Provvidenza, affinché per la sua originalità e novità si diffondesse più facilmente in tutto il mondo la fama della sua missione. La madre lo aveva chiamato Giovanni, quando rinascendo dall’acqua e dallo Spirito Santo, da figlio d’ira era divenuto figlio della grazia […]. Perciò il nome di Giovanni conviene alla missione che poi svolse, quello invece di Francesco alla sua fama, che ben presto si diffuse ovunque, dopo la sua piena conversione a Dio.
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