Passione che mi salva
Giovedì XXXIII Settimana del Tempo ordinario
1Mac 2,15-29 Sal 49 Lc 19,41-44
Presentazione della Beata Vergine Maria, memoria
Gesù, andando verso Gerusalemme, annuncia la conversione, annuncia la pace, ma il popolo non lo accoglie. La città diviene così il simbolo del cuore indurito. Gerusalemme, da luogo potremmo dire “madre”, da luogo centrale per la fede ebraica, diviene il luogo della discordia e della passione. La gente non si converte, e ne muore Lui dal dispiacere. Il male che toccherebbe a chi non si converte, il Signore lo porta su di sé. Perché Lui non appoggia e non permette il male. Ma chi non aderisce alla verità, al Bene, va naturalmente verso il non senso e perde la Sua visita misericordiosa.
Il pianto di Gesù rivela il mistero di Dio, rivela la sua umanità, la sua compassione; non può far nient’altro che sentire il dispiacere, il dolore fino a morirne. Il pianto è l’onnipotenza di Dio, che mostra di sentire il nostro male più del suo, e che lo porta su di sé, dando la vita per noi. Questo è il senso della morte di Gesù: la passione di Dio per l’uomo perduto.
Maria, donaci di accogliere con cuore puro la visita del Signore Gesù che con passione ci ama.
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1180]
E l’uomo di Dio, restandosene tutto solo e in pace, riempiva i boschi di gemiti, cospargeva la terra di lacrime, si percuoteva il petto e, quasi avesse trovato un più intimo santuario, discorreva col suo Signore. Là rispondeva al Giudice, là supplicava il Padre, là dialogava con l’Amico. Là pure, dai frati che piamente lo osservavano, fu udito interpellare con grida e gemiti la Bontà divina a favore dei peccatori; piangere, anche, ad alta voce la passione del Signore, come se l’avesse davanti agli occhi.
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