Mozioni di sfiducia
Sabato XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Rm 4,13.16-18 Sal 104 Lc 12,8-12
Beato Giuseppe Timoteo Giaccardo, sacerdote
“Non nominare invano il nome del Signore, tuo Dio”. È il comandamento che mi viene in mente, sentendo parlare oggi della bestemmia contro lo Spirito Santo. Questa rappresenta tutta la bruttezza dell’offesa fatta a Dio. Ma nell’ebraico, è soprattutto l’espressione “invano” a rendere grande tale offesa. È sottolineata la “vanità”, l’inutilità di alcune considerazioni che l’uomo sentenzia davanti al mistero di Dio. Allora, forse, la grandezza di tale peccato è voler ridurre l’immensità dell’amore di Dio e della sua onnipotenza, dentro i nostri poveri schemi, le parole vuote, i giudizi insensati. Tutte “mozioni di sfiducia nei confronti di Dio”. La vera “bestemmia” è quell’atteggiamento che ci fa dimenticare l’azione misteriosa, ineffabile ma sicura del Padre, che ci raggiunge nel dono del suo Spirito. È un peccato, ma, ancor più, una condizione interiore, ostinazione del cuore ermeticamente chiuso alla sua grazia. Sperimentiamo invece come lo Spirito, invocato con forza, sempre ci avvolge e ci spalanca alla vita, ci apre alla verità e ci trasforma realmente.
Vieni Santo Spirito, visita le menti e riempi i cuori. Rendici docili alla tua azione!
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 233]
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio concedi a noi miseri di fare, per la forza del tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo.
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