Mandati di gioia
Giovedì della XXVI Settimana del Tempo ordinario
Ne 8,1-4.5-6.7-12 Sal 18 Lc 10,1-12
Gesù manda i suoi ad annunciare il regno, a preparare la sua via. Ognuno di noi è un mandato. Se riflettiamo bene scorgiamo con quanta umiltà Gesù vuole renderci come lui, perché anche noi possiamo conoscere l’amore del Padre. “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Gv 20,21). Gesù ci rende partecipi della sua stessa missione: quanta dignità e valore ci riconosce! Con il realismo di sapere che siamo deboli e peccatori. Gesù lo sa molto bene, e ci aiuta dicendo in modo chiaro quale sia lo stile del discepolo: è inviato da lui, proprio il Signore, e da lui totalmente dipendente. Non ha bisogno di molto di più perché, prendendo le parole di Neemia, “la gioia del Signore è la vostra forza”. La nostra pochezza non impedirà la missione se andiamo a raccontare quanto Gesù ha detto e fatto, in comunione fra noi. Sappiamo che i discepoli, dopo la missione, torneranno da Gesù pieni di gioia perché hanno visto dominate le forze del male. Anche Gesù ne gioisce e, da buon maestro, li rimanda però alla sorgente della loro gioia: la comunione con Gesù e il dono del suo mandato.
Signore Gesù, facci conoscere i tuoi giudizi, più dolci del miele e di un favo stillante.
Dallo Specchio di perfezione [FF 1035]
Diceva Francesco: “So che i demoni mi odiano per i benefici concessimi da Dio, so ancora e constato che, non potendo danneggiarmi direttamente, mi insidiano e si accaniscono a nuocermi per mezzo dei miei compagni. Se poi non riescono a farmi del male né per mezzo mio, né per mezzo dei miei fratelli, allora si ritirano scornati. Infatti, se a volte mi avvenisse di trovarmi tentato o accasciato vedendo la gioia del mio compagno, subito riesco a riavermi dalla tentazione e dalla depressione, a causa della letizia che ammiro in lui, e così anche in me rifiorisce la letizia intima ed esteriore”.
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