Domenica 27 ottobre 2019, XXX TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Dalle Fonti
Leggenda di Santa Chiara 39: FF 3235-3236
Per quarant’anni aveva corso nello stadio dell’altissima povertà, quand’ecco che si trovò vicina al premio della chiamata del cielo, preceduta da diverse infermità. Mentre infatti l’austera penitenza aveva fiaccato il suo corpo nel primo periodo della sua vita religiosa, gli anni seguenti furono contrassegnati da una grave infermità, quasi che, come da sana si era arricchita con i meriti delle opere, si dovesse arricchire, da inferma, con i meriti delle sofferenze. La virtù, infatti, si fa perfetta nella malattia (2Cor 12,9). E come la sua meravigliosa virtù venisse perfezionata nella malattia, da ciò è provato: che in ventotto anni di continua sfinitezza, non si ode una mormorazione, non un lamento, ma sempre dalla sua bocca proviene un santo conversare, sempre il ringraziamento. E benché, oppressa dal peso delle malattie, paresse avviarsi rapidamente alla fine, piacque invece a Dio disporre la sua morte per quel tempo in cui potesse venire esaltata con degni onori dalla Chiesa Romana, di cui era creatura e figlia a titolo speciale.
Alla vita
L’osservanza della Legge, il cui scopo era di unire l’uomo a Dio e ai fratelli, è diventata per il fariseo un muro che lo separa da tutti. Ha fatto tutto bene, ma ha fatto tutto lui! Anzi, per la sua virtù si sente in diritto di giudicare gli altri. Nella vita spirituale bisogna sempre ricordare che non sono le nostre opere che ci salvano, ma il Signore. Santa Chiara lo ha imparato nella lunga prova della malattia quando, dopo i primi anni di intensa penitenza, il suo fisico non ha retto, costringendola a trascorrere il resto della sua vita nell’infermità. Per lei è stato il momento in cui passare dal seguire il Signore a modo suo – con penitenze e digiuni – al seguirlo come voleva Lui, senza appoggiarsi sulle proprie forze. Chiara si è lasciata spogliare dai suoi ideali – anche buoni! – e questo ha plasmato in lei un cuore povero e umile, che non si lamenta ma sempre ringrazia perché in tutto coglie un segno dell’amore smisurato di Dio.
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