Una dimora per Te, mio Dio!
Giovedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Ag 1,1-8 Sal 149 Lc 9,7-9
Nella prima lettura il profeta Aggeo proclama le parole del Signore. Egli rimprovera il popolo perché non trova il tempo per ricostruire la Sua casa. È proprio così che accade anche oggi: possiamo correre il pericolo di non avere tempo per Dio.
Sono tante le buone intenzioni, sono tanti i ragionamenti che facciamo, le buone cose che mettiamo in pratica… Sono anche tante le bei propositi che riguardano la fede.
Oggi la parola di Dio ci fa prendere coscienza di quanto concretamente mettiamo in atto della nostra fede nei confronti del Signore. Costruire una casa significa creare uno spazio intimo, confidente, dove posso incontrarLo. Significa costruire una dimora per Dio e dare il nostro tempo. È dire: Signore, voglio trovare e dare il mio tempo per cercare e testimoniare la Tua Gloria!
Signore Gesù, allontanaci dall’atteggiamento di Erode che cercava di vederti per convenienza, ma che in effetti non ti ha mai cercato veramente.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 350]
La prima opera cui Francesco pose mano, appena libero dal giogo del padre terreno, fu di riedificare un tempio al Signore. Non pensa di costruirne uno nuovo, ma restaura una chiesa antica e diroccata; non scalza le fondamenta, ma edifica su di esse, lasciandone così, senza saperlo il primato a Cristo. Nessuno infatti potrebbe creare un altro fondamento all’infuori di quello che già è stato posto: Gesù Cristo. Tornato perciò nel luogo in cui, come si è detto, era stata costruita anticamente la chiesa di San Damiano, con la grazia dell’Altissimo in poco tempo la riparò con ogni diligenza.
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