Trave e pagliuzza
Venerdì XXIII Settimana del Tempo Ordinario
1Tm 1,1-2.12-14 Sal 15 Lc 6,39-42
San Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore, memoria
Continuano gli insegnamenti di Gesù sull’amore al prossimo, e ci testimoniano come la misericordia deve essere incarnata, esercitata nella vita concreta.
Il Signore ci parla di trave e pagliuzza che entrano nell’occhio, l’organo umano che guarda e giudica ciò che vede. È un occhio comunque disturbato da qualcosa, è l’occhio dell’uomo che non è mai completamente libero. Chi ha la trave è, per forza di cose, costretto a stare lontano dall’altro, la trave distanzia. Chi ha la pagliuzza è infastidito.
La trave che ci separa, che ci allontana dall’altro, non ci permette di guardare alla sua verità e spesso ci sentiamo anche giudicati per la sua pagliuzza. Prima impegniamoci nella misericordia e nel levare quelle travi che abbiamo dentro. Poi può darsi che saremo in grado di trovare la pagliuzza che è nell’altro.
Signore, per intercessione di San Giovanni Crisostomo, donaci di saper riconoscere la nostra trave e guardare al fratello con benevolenza e misericordia.
Dalla Lettera a un Ministro [FF 235]
E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.
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