Intonerò il canto della lode
Giovedì XIX Settimana del Tempo Ordinario
Ap 11,19; 12,1-6.10 Sal 44 1Cor 15,20-26 Lc 1,39-56
Assunzione della Beata Vergine Maria, Solennità
Dall’incontro tra Elisabetta e Maria, icona dell’umanità in attesa del Salvatore e del compimento di tale attesa, sgorgherà un canto, il Magnificat. È il canto di chi ama ed è amato, di un cuore che è gioioso.
Maria risponde con il canto alle parole di Elisabetta. Lei l’ha proclamata beata per il figlio benedetto che porta nel suo grembo, e per aver creduto al compimento della Parola del Signore!
Dice un commento che Maria, davanti alla benedizione e alle lodi di Elisabetta, invece di pensare a sé o ad Elisabetta, pensa a Dio. Per questo canta. Con fede, canta una promessa come se fosse già compiuta, come un fatto di fedeltà del suo amore. Il canto di Maria è anche il canto del popolo di Israele. È il canto di chiunque crede, il canto della Chiesa, che lo proclama tutte le sere alla preghiera dei Vespri, perché vede la storia con gli occhi di Dio. Per questo lo loda e ringrazia.
Maria Assunta in Cielo, ricordaci di alzare il nostro sguardo verso i beni celesti.
Dalla vita seconda di Tommaso da Celano [FF 786]
Circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà. A suo onore cantava lodi particolari, innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere, Ma ciò che maggiormente riempie di gioia, la costituì Avvocata dell’Ordine e pose sotto le sue ali i figli, che egli stava per lasciare, perché vi trovassero calore e protezione sino alla fine. Orsù, Avvocata dei poveri! Adempi verso di noi il tuo ufficio di Protettrice fino al tempo prestabilito dal Padre.
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