La forza della misericordia
Sabato XIII Settimana Tempo Ordinario
Gen 27,1-5,15-29 Sal 134 Mt 9,14-17
Il vino nuovo, versato negli otri, fermenta. Questa “vita” del vino nuovo mette a dura prova gli otri: quelli vecchi non potrebbero sopportare la pressione e finirebbero per scoppiare.
Gesù a chi si lamenta con lui per la sua vicinanza ai peccatori, risponde con le parole di Osea: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. I giudei e i discepoli di Giovanni digiunavano “molte volte” ma in realtà la Legge prevedeva un solo giorno di digiuno durante l’anno, per la festa dello jom kippur. Evidentemente anche loro erano in cerca di un di più, di una “novità” che però, come dice Gesù, assomigliava più un rammendo di un vestito vecchio. La profondità della Legge non è nell’aumentare i sacrifici, ma nel vivere fino alle sue conseguenze più estreme il suo senso più intimo, la misericordia. Solo la forza della misericordia è capace di farci vivere con il cuore sempre nuovo, capace di fare spazio alla “novità sempre nuova” dell’altro.
Allarga il nostro cuore, Signore, perché sappiamo accogliere e vivere la novità che Tu ci doni
Dalla Compilazione di Assisi [FF 1568]
Una volta, sulla mezzanotte, mentre tutti riposavano sui loro letticcioli, uno dei frati gridò all’improvviso: “Muoio! Muoio!”. Tutti gli altri si svegliarono stupefatti e atterriti. Il beato Francesco si alzò e disse: “Levatevi, fratelli, e accendete il lume”. Acceso il lume, […] disse il beato Francesco: “Che hai, fratello? Di cosa muori?”. E lui: “Muoio di fame”. Il beato Francesco, da uomo pieno di carità e discrezione, affinché quel fratello non si vergognasse a mangiare da solo, fece subito preparare la mensa, e tutti si posero a mangiare insieme con lui.
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