Unità sacramentale
Giovedì VII Settimana di Pasqua
At 22,30; 23,6-11 Sal 15 Gv 17,20-26
Il Vangelo contiene la preghiera che Gesù rivolge al Padre prima della sua passione. Gesù prega per tutti coloro che crederanno in Lui, e questi destinatari siamo anche noi. È bello sapere che, più che pregare noi, siamo noi stessi nella preghiera del Figlio. Ed essendo nella preghiera del Figlio, siamo strettamente dentro al rapporto tra Lui e il Padre, siamo immersi nel grembo di Dio!
E cosa chiede Gesù per noi? Chiede che anche noi siamo uno, una cosa sola perché, se con la divisione c’è la morte, con l’unione c’è la vita. L’unità rende viva, e perciò attraente, la comunità cristiana.
Se noi davvero ci consideriamo fratelli, allora il mondo, vedendoci uniti, potrà credere nella fratellanza, nell’amore reciproco! Se siamo uniti diveniamo sacramento di salvezza. Come Gesù che ha fatto conoscere il Padre. Come San Paolo che è stato chiamato a dare continua testimonianza, nonostante i fallimenti. Cerchiamo e chiediamo, con perfezione sempre maggiore, qual è il modo pensato per noi di essere testimoni di unità.
Signore, donaci di poter desiderare l’unità: liberaci da eventuali discordie, invidie, gelosie.
Dalla Lettera ai Fedeli [FF 201]
Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre! Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo! Oh, come è santo, come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi, dicendo: “Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato”.
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