Domenica 2 giugno 2019, ASCENSIONE DEL SIGNORE
Dal Vangelo
Luca 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Dalle Fonti
Regola non bollata XXIII,12-15: FF 67
E per il tuo amore umilmente preghiamo la gloriosa e beatissima Madre sempre vergine Maria, il beato Michele, Gabriele, Raffaele e tutti i cori degli spiriti celesti: serafini, cherubini, troni, dominazioni, principati e potestà, virtù, angeli e arcangeli il beato Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Pietro, Paolo, e i beati Patriarchi e profeti, i santi innocenti, gli apostoli e gli evangelisti, i discepoli, i martiri, i confessori, le vergini, i beati Elia e Enoch e tutti i santi che furono e saranno e sono affinché rendano grazie a te, sommo e vero Dio, eterno e vivo con il Figlio tuo carissimo, Signore nostro Gesù Cristo, e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Alla vita
L’episodio dell’Ascensione al cielo di Gesù e la conseguente discesa dello Spirito sui discepoli, chiudono il racconto dei Vangeli ma non l’esperienza della sequela. Anzi, aprono al discepolo e alla Chiesa intera la prospettiva ultima della Liturgia celeste nel Regno giunto alla sua pienezza. La prostrazione dei discepoli e la loro adorazione verso il Maestro che torna al Padre, è il preludio dell’adorante atto amoroso della schiera dei Santi nell’eterno rendimento di grazie e di gloria. Francesco vede così la Chiesa glorificata come termine, meta e compimento del suo cammino, come quello di ogni credente. Maria, gli Angeli, i Santi, ogni potenza spirituale ed ogni creatura uscita dalle mani del Creatore e santificata dal Sangue dell’Agnello, godono e partecipano dell’eterna Eucarestia del Figlio: il Suo restituirsi da sempre al Padre in rendimento di grazie e in pieno svuotamento di sé verso Colui dal quale è generato. Questa visione splendida e apocalittica della Liturgia celeste è come pregustata da Francesco; ai suoi occhi tutto il creato ed ogni creatura già canta, annuncia, rivela, mostra la finalità dell’Universo intero. Francesco è capace di riconoscere nel vivere dell’oggi questa tensione universale, come già annunciava San Paolo: “La creazione intera attende con impazienza la sua pienezza”.
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