Io per e nella Chiesa
Venerdì fra l’Ottava di Pasqua
At 4,1-12 Sal 117 Gv 21,1-14
Il brano di oggi inizia e termina con Gesù che si manifesta a 7 dei suoi discepoli sul mare di Tiberiade. Manifestarsi vuol dire rivelarsi, venire alla luce, avere la conferma che si esiste! Gesù si manifesta in due situazioni: la pesca, lavoro per gli apostoli, ma anche il mandato loro dato dal Signore e il pasto, la comunione. Il lavoro degli apostoli, che è quello dell’essere sì pescatori di pesci, ma soprattutto pescatori di uomini, si coniuga con il banchetto, con la condivisione, con il rendere grazie, con il dono dell’Eucarestia. Il Signore Gesù conferma così i suoi apostoli che nelle vicende ordinarie della vita dovranno portare la buona novella, dovranno testimoniare che il Signore è Risorto perché tutti si possano salvare. Mandato personale e comunione nella Chiesa, realtà inscindibili! Chiediamo anche noi la grazia di non separare mai il mandato personale che ognuno di noi riceve, dalla vita nella Chiesa. Siamo scelti perché mandati. Possiamo andare perché la Chiesa, sacramento di salvezza, sostiene sempre la missione di ognuno e di tutti.
Signore Gesù, i discepoli di questo incontro sono 7, simbolo della pienezza. Donaci di credere sempre che ognuno di noi, con la nostra specifica vocazione, partecipa all’unità della Chiesa e alla sua missione.
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1022]
Questo araldo di Dio, degno di essere amato da Cristo, imitato da noi e ammirato dal mondo, è il servo di Dio Francesco: lo costatiamo con sicurezza indubitabile, se osserviamo come egli raggiunse il vertice della santità più eccelsa, e, vivendo in mezzo agli uomini, imitò la purezza degli angeli, fino a diventare esempio di perfezione per i seguaci di Cristo.
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