Che cuore ho?
Venerdì VII Settimana del Tempo Ordinario
Sir 6,5-17 Sal 118 Mc 10,1-12
La durezza del cuore … è un termine rarissimo nel Nuovo Testamento, è usato solo qui e alla fine del vangelo di Marco, quando Gesù risorto, apparendo ai discepoli, li rimprovera per la loro incredulità e durezza di cuore.
Il cuore, centro della nostra esistenza, deve essere curato attentamente perché non abbiamo a perdere la vita, quella vera!
Spesso è facile parlare di amore, ma poi, nel momento di fare scelte concrete verso gli altri, ci accorgiamo di non essere poi così capaci. Ecco allora che arriva in nostro aiuto il frutto di questa durezza: una legge che dia stabilità e un po’ di giustificazione.
Senza togliere validità alle leggi, l’amore deve essere vissuto come fedeltà e sacrificio, e Gesù ci insegna questo. Lui è lo sposo che vive ed ama senza ripudiare, lo sposo che dà la vita fino alla fine, lo sposo senza durezza di cuore! L’umanità mai riceverà da Gesù l’atto di ripudio perché Lui è Amore e ha dato la vita per lei. Il Suo amore colpisce al cuore, le sue parole sono luce nell’oscurità del cuore indurito. Lasciamoci cercare e sposare da Gesù perché anche noi possiamo camminare su sentieri di fedeltà e vivere di questo amore fedele!
Signore Gesù, donaci un cuore nuovo, un cuore di carne!
Dalla Leggenda di Santa Chiara [FF 3199]
Così nel mondo mutevole unita immutabilmente al suo nobile Sposo, trova continua delizia nelle cose superne; così, sostenuta da ferma virtù nel volgersi della mobile ruota del mondo e racchiudendo in un vaso d’argilla un tesoro di gloria, con il corpo dimora quaggiù sulla terra, ma con lo spirito nell’alto.
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