In casa eppure per strada
Martedì della VII Settimana del Tempo Ordinario
Sir 2,1-13 Sal 36 Mc 9,30-37
I suoi, gli intimi di Gesù, non vogliono saperne di capire il suo programma così chiaro: morire per amore. Per strada infatti discutono su chi sia il più grande fra loro e hanno timore di interrogare Gesù. Poi arrivano in casa a Cafarnao dove è la misericordia di Gesù a offrire loro la possibilità di parlare. Eppure tacciono: è chiaro che il timore che provavano non è quello di cui parla il Siracide. Sono infatti ancora “per strada”, luogo della semina infruttuosa. Per la strada il seme viene gettato, ma vengono gli uccelli e subito lo raccolgono (Mc 4,3). E Gesù, spiegando questa immagine, dice che è Satana a portare via la Parola. Cioè, in questo caso, la ricerca del potere e del primo posto.
È interessante notare che la casa in cui sono è una casa palestinese, certamente non molto grande: perché Gesù deve chiamare per farsi ascoltare? L’evangelista avrebbe dovuto scrivere: “Gesù disse …”, invece Gesù li deve chiamare. Perché? I Dodici lo seguono, ma non lo accompagnano. Gli sono vicino fisicamente, lo ammirano ma la loro mentalità è lontana dalla sua che, infatti, si mette da parte e si occupa di loro con tenerezza e pazienza.
Signore, donaci di perseverare nel tuo santo timore e di percorrere con gioia la via della piccolezza.
Dalle Ammonizioni [FF 221]
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti vi accolga Colui che tutto a voi si offre.
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