Il segno di Dio
Lunedì VI Settimana del Tempo Ordinario
Gen 4,1-15.25 Sal 49 Mc 8,11-13
“Perché questa generazione chiede un segno?”. È una domanda che provoca anche noi. Chi infatti non ha mai almeno desiderato, se non chiesto o addirittura preteso, un segno dal Signore? Perché lo facciamo? che cosa ci spinge?
Nel Vangelo i Farisei chiedono un segno ma non hanno alcuna intenzione di credere, piuttosto sperano di riuscire a incastrare Gesù! A muoverli non è il bisogno di un sostegno per la fede né il desiderio di contemplare la grandezza di Dio, ma la volontà di confermare sé stessi e di affermare la propria posizione. Così a questi uomini – già incapaci di riconoscere la verità di Gesù nelle numerose guarigioni e nei due miracoli dei pani e dei pesci – non viene dato alcun segno.
A chi invece ha il cuore umile, a chi riconosce la propria miseria, Dio rivela la sua attenzione e offre segni di cura. Non importa quanto in basso si sia caduti, il Signore è sempre pronto a donare un segno della sua misericordia a chi è disposto ad accoglierLo. Come il segno delle tuniche di pelli con cui Dio riveste Adamo ed Eva che si erano scoperti nudi dopo il peccato, o il segno imposto a Caino, per proteggerlo dalla vendetta.
Signore, donaci di essere sereni nei nostri limiti e di godere dei doni che tu ci fai.
Dalle Ammonizioni [FF 144]
Ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sull’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato […]. Così anche noi vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere fermamente che è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.