Con il Maestro a scuola di comunione
Mercoledì VII Settimana del Tempo Ordinario
Sir 4,11-19ab Sal 118 Mc 9,38-40
Il discepolo amato, nel Vangelo di Marco, è denominato anche “figlio del tuono” per il suo temperamento impetuoso. Qui Giovanni esprime diffidenza per l’operato di qualcuno che, evidentemente, agisce in autonomia. Spesso l’orgoglio e la gelosia ci rendono sospettosi perché deformano le realtà che non conosciamo. Il Maestro Gesù, invece, mostra continuamente ai discepoli i valori che impara dal Padre, e li incarna pienamente: l’amore alla verità e la comunione, la sapienza e la misericordia, la capacità di includere e di non escludere. Non perde occasione per formare i suoi alla scuola del Regno. Gesù dona tutto sé stesso, fino alla croce, affinché tutti noi siamo una cosa sola, come Lui e il Padre (cfr. Gv 17,21). Vuole che superiamo quel lievito dei farisei e di Erode (cfr. 8,15) che è falsità, che esclude e condanna. Ci vuole capaci di gioire sinceramente di ogni segno di bene rivolto all’uomo, di ogni atto di amore che nasce attorno a noi, comunque esso si manifesti.
“Mi aiutino i tuoi giudizi, Signore!”
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 233]
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio concedi a noi miseri di fare, per la forza del tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e, con l’aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice vivi e regni glorioso, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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