L’attesa riconosce l’Atteso
Venerdì, feria propria del 21 Dicembre
Sof 3,14-17 Sal 32 Lc 1,39-45
Oggi contempliamo il compimento della promessa di Dio nell’accoglienza reciproca tra Elisabetta e Maria.
Elisabetta rappresenta in modo particolare l’attesa, il desiderio, mentre Maria portal’Atteso, il Desiderato.
Maria si muove, va a vedere in Elisabetta il significato di ciò che è avvenuto in sé stessa. Va da Elisabetta, un gesto che è segno di amore con un significato forte, profetico: è la visita del Signore al suo popolo. Il sì di Maria, detto nella fede e nella custodia del suo cuore, trova compimento pieno perché in questo incontro, nel saluto tra le due donne, Gesù è riconosciuto come Figlio di Dio. Finisce la sterilità, un sussulto nel grembo, la gioia, la condivisione… il progetto di Dio su tutta l’umanità si compie e si manifesta. Anche per noi c’è una promessa che si compie, c’è un incontro che ci aspetta, ma bisogna che ascoltiamo e coltiviamo il desiderio, l’attesa, la ricerca che c’è in noi. Se non desideriamo nulla, non possiamo conoscere neppure il Signore. Se non lo attendiamo, non lo riconosciamo. Se non lo cerchiamo, non lo troviamo.Ascoltiamoci… se dentro di noi cominciamo a danzare di gioia, lì c’è l’attesa che riconosce l’Atteso! Ed è pace intima!
“Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente.
Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia” (Sof 3,27)
Dalle lettere di S. Chiara alla beata Agnese di Praga [FF 2887]
Chi potrebbe, dunque,impedirmi di rallegrarmi per sì mirabili motivi di gaudio? Gioisci, perciò,anche tu nel Signore sempre, o carissima. Non permettere che nessun’ombra di mestizia avvolga il tuo cuore, o signora in Cristo dilettissima, gioia degli Angeli e corona delle tue sorelle.
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