L’amore senza sosta
Martedì II Settimana di Avvento
Is 40,1-11 Sal 95 Mt 18,12-14
La salvezza del suo piccolo gregge è stata sempre l’unica e sola sollecitazione di Dio, ma anche la preoccupazione e l’occupazione senza sosta, senza riposo. In realtà il riposo di Dio assume la forma dell’allegrezza proprio perché i suoi figli lo accolgono nel suo andargli incontro. Gesù va in cerca di chi è perduto, guarisce ciechi zoppi lebbrosi non tanto perché diventino bravi osservanti, ma perché si leghino a lui come i tralci alla vite, siano persone con la dignità di figli amati e perdonati. Il teologo Bonhoeffer lo esprime così: “Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato. (…) Dove gli uomini dicono perduto, lì egli dice salvato; dove gli uomini dicono no, lì egli dice sì. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima. Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia”.
Ci doni il Signore di amare senza sosta i fratelli, di cercarli, consolarli e godere con loro la gioia di essere figli.
Dalla Lettera ai fedeli [FF 144-145]
Ecco ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno egli stesso viene a noi in apparenza umile (…).E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli, come egli stesso dice: “Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo”.
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