Domenica 2 dicembre 2018, Iª DI AVVENTO
Dal Vangelo
Luca 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Dalle Fonti
Anonimo Perugino 25: FF 1515-1516
Quando si rivedevano, erano talmente inondati di giocondità e gaudio spirituale, che non ricordavano più le avversità subite e non facevano caso della loro dura povertà. Ogni giorno erano solleciti nel pregare e nel lavorare con le loro mani, onde spazzar via ogni forma di oziosità nemica dell’anima. Nella notte si levavano, secondo il detto del salmista: A mezzanotte io sorgevo a lodare il Signore (Sal 118,62) e si consacravano all’orazione devotamente, commovendosi fino alle lacrime. Si volevano bene l’un l’altro con affetto profondo, si servivano e procuravano il nutrimento con l’amore d’una madre verso i propri figli. Tanto ardeva in essi il fuoco della carità, che avrebbero volentieri dato la vita l’un per l’altro, proprio come l’avrebbero data per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Alla vita
Ci sono incontri che preoccupano, spaventano, addirittura terrorizzano per la loro carica di giudizio, di violenza e di morte, e altri che allargano il cuore con la forza dell’amore, danno sollievo all’animo perché strappano dalla solitudine, dalla disperazione, dalla morte. Nel cammino di Avvento che oggi iniziamo, la liturgia ci fa pregare con queste parole: “Apri i nostri cuori alla speranza perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore” (Colletta Anno C). L’incontro con Dio può spaventare o può aprire il cuore. Può spaventare perché Dio è giudice, può aprire il cuore perché è Salvatore. In realtà, e questa è la bella notizia, Dio è giudice che non fa paura perché il suo giudizio è sempre per la vita, per la salvezza dell’uomo. Come a Francesco, ci doni il Signore di sperimentare, nell’incontro con i fratelli, la gioia dell’amore che salva, la “giocondità” che fa dimenticare “le avversità subite”.
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