Sabato 17 novembre 2018, S. ELISABETTA D’UNGHERIA – PATRONA DELL’O.F.S.
Dal Vangelo
Matteo 25, 31-40
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Dalle Fonti
Anonimo Perugino 14: FF 1501-1502
Frate Bernardo e frate Pietro, venduti i loro averi e distribuito il ricavato ai poveri, come abbiamo raccontato, si vestirono al modo di Francesco e si unirono a lui. Non avendo casa che li ospitasse, si misero in cammino e trovarono una chiesa poverella e quasi abbandonata: Santa Maria della Porziuncola. Si fecero lì una capanna e vi abitavano insieme. Passati otto giorni, un assisano, Egidio, uomo pieno di fede e devozione e al quale il Signore donò grazie singolari, arrivò colà. In ginocchio, con devozione grande e reverenza, pregò Francesco che lo ricevesse nel suo gruppo. E il Santo, felice nel vedere quella scena e nell’udire quelle parole, lo accolse lietamente. Tutti e quattro si sentirono pervasi da immensa letizia e da giocondità spirituale straordinaria.
Alla vita
Ho avuto fame e ti sei preso cura di me e tu sarai sempre con me! Il legame di gratuità che si è istaurato con i bisognosi diventa quel legame che regge per la vita eterna, perché ci lega a Colui il quale è la Vita eterna. Senza accorgersene e senza calcoli, là, dove si abbraccia con passione la povertà dell’altro, si entra nello spazio della vita eterna. Ce ne accorgeremo con grande stupore! Forse è con questa semplicità di cuore, senza calcoli, che i primi frati vissero il bisogno, non solo di porsi accanto ai poveri, ma di essere come loro, perché vollero essere come Gesù. La conclusione è sorprendente: i primi quattro compagni furono pervasi da giocondità spirituale straordinaria, come quella che durerà in eterno, quando si incontrerà quel Volto che si è fatto povero per essere come noi.
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