Le parabole del cuore di Dio
Giovedì XXXI Settimana del Tempo Ordinario
Fil 3,3-8 Sal 104 Lc 15,1-10
“Si avvicinavano a Lui…”. Questi pubblicani e peccatori non sono uomini felici né soddisfatti di sé stessi, ma attendono un cambiamento. Per questo vanno ad ascoltare Gesù. Capiscono che con lui possono cambiare, trovare salvezza, bellezza e senso per la loro vita. E succede che quando qualcuno cerca il Signore con sincerità, lui sempre si lascia incontrare! Ecco che accoglie questi uomini e mangia alla loro tavola: non li rimprovera per gli errori commessi, perché hanno già capito. Stando a mensa con il Maestro, hanno già intrapreso il cammino del loro cambiamento e del ritorno. Ai farisei invece si rivolge con energia, a loro vuol mostrare la salvezza. Proprio a loro che credono di averla già in tasca! Per questo vuole che cambino, che capiscano finalmente il vero volto del Padre: perdono e benevolenza infinita. Non alza la voce, ma racconta loro delle parabole semplici, che spiegano com’è il cuore di Dio. È un cuore premuroso come un pastore in ansia per la sua pecora perduta. È un cuore attento come una donna che ha perso una cosa preziosa e fa di tutto per ritrovarla.
Padre buono, grazie perché nel tuo Figlio Gesù ci sveli il tuo cuore misericordioso e grande, che fa festa quando ci lasciamo ritrovare.
Dall’Orazione sul «Padre nostro» [FF 268]
Padre nostro (…) sia santificato il tuo nome: si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, perché possiamo conoscere qual è l’ampiezza dei tuoi benefici, l’estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
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