Giovedì 29 novembre 2018, TUTTI I SANTI DEI TRE ORDINI FRANCESCANI
Dal Vangelo
Marco 10,17-21
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Dalle Fonti
Anonimo Perugino 23: FF 1512
Benché quest’uomo li trattasse con tanta benevolenza, dalla gente erano però comunemente riguardati come dei pezzenti, e piccoli e grandi li prendevano a zimbello, alla maniera dei padroni con i servi, a parole e a fatti. Perfino gli indumenti strappavano loro, per sbrindellati e logori che fossero. Rimasti nudi, non avendo altri cenci di ricambio, osservavano tuttavia il consiglio del Vangelo di non ridomandare quello che viene tolto. Ma se per compassione ritornavano loro la tonaca, la ripigliavano con buona grazia. Certuni buttavano fango sul loro capo, altri ponevano loro in mano dei dadi, invitandoli a giocare. Un tale si caricò sul dorso, appeso per il cappuccio, un frate, e se lo ballonzolò fin che gli piacque. Tali e molte altre malversazioni crudeli facevano loro, che non stiamo qui a raccontare, per non dilungarci.
Alla vita
Secondo le parole di Gesù la Vita eterna sarebbe iniziata per il giovane ricco quando avesse venduto tutto per darlo ai poveri e poi si fosse messo alla Sua sequela. E cioè? Quell’uomo, impegnato in un compimento di perfezione della propria vita, aveva impostato la sua esistenza come uno sforzo di “possesso” di virtù per essere sicuro di ottenere il diritto “dell’eredità della Vita eterna”. Gesù gli suggerisce invece di diventare insicuro: vendere tutto, dandolo ai poveri, significava innanzitutto rinunciare alla gestione della propria “perfezione”. Con la proposta della Sua sequela Cristo ribalta la logica del giovane: poniti dietro di me per condividere l’insicurezza della mia vita. Il racconto delle Fonti Francescane estremizza in fondo la nuova condizione assunta dai frati ponendosi alla sequela di Cristo. Avevano rinunciato a tutto, anche alla buona fama! E dunque erano in balia degli altri: accolti con benevolenza, perché riconosciuti come segni di grazia inviati da Dio, o invece derisi e disprezzati perché appartenevano agli ultimi, a quelli cioè sui quali si poteva riversare con libertà e senza conseguenze le proprie frustrazione e rabbie.
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