Semplicemente …pregare
Mercoledì XXVII Settimana del Tempo Ordinario
Gal 2,1-2.7-14 Sal 116 Lc 11,1-4
Le parole del “Padre nostro”, nella versione più essenziale di Luca, ci richiamano alla semplicità della preghiera. Preghiamo solo se siamo semplici, se coltiviamo in noi l’umiltà necessaria per metterci in ginocchio e chiedere, e chiedere, e tornare a chiedere ancora. Non andiamo in cerca di cose grandi, né meraviglie più alte di noi,dice il salmista.Ma siamo quieti e sereni come un bimbo svezzato in braccio a sua madre (Sal 130). Il bambino svezzato infatti non è più un neonato, ma non è ancora autonomo. Sa di avere continuamente bisogno delle stesse cose, cose semplici ma vitali, senza le quali verrebbe meno e non potrebbe vivere.
Proviamo a pronunciare frequentemente le parole del “Padre nostro”, con la consapevolezza piena di ciò che chiediamo. E saremo certi di ricevere proprio ciò che ci fa vivere, perché il “Padre nostro” è una preghiera che fa crescere la nostra fede.
«Come un bimbo svezzato, Signore, è in me l’anima mia.
L’anima mia attenda il Signore da ora e per sempre».
Dalla Lettera ai fedeli [FF 188]
Ed eleviamo a lui lodi e preghiere giorno e notte, dicendo: “Padre nostro, che sei nei cieli”, poiché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci.
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