Convertiamoci
Sabato XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 4,7-16 Sal 121 Lc 13,1-9
Di fronte a fatti drammatici i contemporanei di Gesù pensano di vedere un intervento diretto di Dio, volto a punire i malvagi. Capita anche oggi, forse anche a noi, di chiedersi, davanti a una disgrazia, “ma che male ha fatto per meritare tanto?”. E così si insinua l’immagine di un Dio che sta “in agguato”, pronto a punire ogni mancanza. Gesù invece nella parabola ci mostra il vero volto di Dio: quello buono del vignaiolo, che ha pazienza, si prende cura del fico che ha piantato, sa aspettare, e visto che dopo tre anni non ha ancora dato frutto, si impegna a curarlo ulteriormente, facendolo oggetto di un’attenzione ancora più grande.
La giustizia di Dio non è retributiva, ma è una giustizia fatta di misericordia, di attesa, di pazienza. Noi però siamo creature fragili, soggette al tempo. Per questo Gesù non si stanca di richiamarci alla conversione, di invitarci a tornare a Lui per vivere in pienezza.
Signore, le tue grazie si rinnovano ogni mattina, facci ritornare a te Signore, e noi ritorneremo
Dalle Lodi di Dio Altissimo [FF 261]
Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie […].
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
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