Parola e sguardo
Venerdì XXIV Settimana del Tempo Ordinario
Ef 4,1-7.11-13 Sal 13 Mt 9,9-13
Matteo, Apostolo ed Evangelista, Festa
La vocazione non inizia con rinunce e sacrifici, ma con la gioia della festa! È quello che è successo a San Matteo: da una vita solitaria, egoistica, fatta anche di un lavoro non proprio onesto, c’è il cambiamento radicale all’apertura, alla gioia, all’amicizia, alla generosità! Al futuro apostolo è bastata una Parola per seguire il Maestro, ma questa Parola ha fatto breccia nel suo cuore perché accompagnata da uno sguardo pieno di Amore e di promessa futura. Parola e sguardo danno il coraggio di lasciare tutto per andare dietro al Signore senza calcoli, perché è Lui la causa, il senso, l’orizzonte ultimo di ogni chiamata … è Lui che fa partire. Seguire la propria vocazione non è bravura, non è un successo personale; Dio non si merita, si accoglie. Seguire la propria vocazione è lasciarsi amare per guarire, è desiderare di stare bene.
San Matteo ci testimonia che nonostante il peccato e la debolezza, se permettiamo a Gesù di sedere con noi, la nostra vita cambia. Ed entriamo in una comunione mai sperimentata, aperta a nuovi orizzonti! A questo punto sta a noi continuare a rispondere, a muoverci perché la strada intrapresa si consolidi e ci porti verso una relazione sempre più matura e salda con il Signore e con i fratelli.
Signore Gesù, ti ringraziamo per il dono della vocazione, perché dà pace e significato ai nostri giorni!
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2863]
Nel nome del Signore. Amen. Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali siamo molto tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie, grande è quello della nostra vocazione. E quanto più essa è grande e perfetta, tanto maggiormente siamo a lui obbligate. Perciò l’Apostolo ammonisce: «Conosci bene la tua vocazione (1Cor 1,26)».
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