L’idea che abbiamo del padrone
Sabato XX Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 1.26-31 Salmo 32 Mt 25, 14-30
Nella vita spirituale capita a volte di “giocare al ribasso”, di fare lo stretto indispensabile, senza creatività e senza slancio verso Dio. Perché l’ultimo servo non riesce a far fruttare questo talento, che è un dono molto grande? Perché non libera la sua creatività e non si lancia ad investire in qualche modo ciò che il padrone con fiducia gli ha affidato? Lo capiamo dalle sue stesse parole: “So che sei un uomo duro”. È difficile liberare amore, ingegno, creatività per svolgere un compito, se colui che ce lo affida è percepito come un tiranno esigente e senza scrupoli. È difficile entusiasmarci ad un progetto se, per chi ce lo propone, noi non nutriamo sentimenti di fiducia. Con la vita spirituale è la stessa cosa: se la relazione con il Signore Gesù è bella, profonda e piena di fiducia, questo ci permette di sprigionare tutte le nostre energie fisiche e mentali, tutta la nostra intelligenza, ingegno, creatività. Allora i talenti, che lui sceglie generosamente di mettere nelle nostre mani, possano portare un frutto straordinario.
Padre, tu ci hai dato tutto, ci hai amato tanto da dare a noi il tuo unico Figlio!
Dalle Ammonizioni [FF 165]
Veramente puri di cuore sono coloro che disdegnano le cose terrene e cercano le cose celesti, e non cessano mai di adorare e vedere il Signore Dio, vivo e vero, con cuore e animo puro.
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