Guariti per amare
Mercoledì XXII Settimana del Tempo Ordinario
1Cor 3,1-9 Sal 32 Lc 4,38-44
La casa di Simone a Cafàrnao sarà il luogo che accoglierà la prima comunità di Gesù, la prima chiesa. Cos’è questa grande febbre che colpisce la suocera di Simone? La febbre più grande di ogni comunità umana è sempre quella che porta il fratello a voler essere più grande dell’altro: “…Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande” (9,46). Durante il viaggio verso Gerusalemme, è proprio questa febbre a rallentare il cammino dei discepoli, ad ostacolare la loro sequela dietro al Maestro che va a donare la vita.
Gesù, entrando in casa, fa un gesto che parla di umiltà e di cura: si “china su di lei”. Si preoccupa di una donna ormai anziana, una presenza forse poco rilevante all’interno della famiglia, se non per il servizio quotidiano. La risolleva dalla sua condizione debole e le consente di vivere ancora, in pienezza, la sua vocazione umile e generosa. Il Signore Gesù, colui che è in mezzo a noi “come colui che serve”, si china su di noi e ci mette in grado di fare ciò che lui fa, ciò che ci rende figli del Padre e veramente fratelli tra noi: servirci gli uni gli altri.
Guariscici, Signore!
Dalla Miscellanea bonaventuriana [FF 2698]
Se san Francesco fu, come s’è visto, servitore umile per il suo rispetto verso Dio, fu ancora più umile nel servire il prossimo, realizzando la parola di san Paolo: pur essendo libero di fronte a tutti, di tutti mi son fatto servitore. Il santo padre Francesco si fece tutto a tutti e di tutti si fece servitore; anche delle persone spregevoli voleva essere servo e, nei suoi viaggi, prestava obbedienza a qualsiasi frate.
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