Custodire e non coprire
Lunedì XXV Settimana del Tempo Ordinario
Pr 3,27-34 Sal 14 Lc 8,16-18
La Parola di Dio è efficace, viva, come un seme che custodisce già in sé stesso tutta la vita della pianta. Questa vita, questa luce, non va solo accolta, ma anche restituita. Non possiamo tenere per noi il bene che il Signore continuamente ci dona. La Parola che ascoltiamo, la grazia di incontrare il Signore nella preghiera, di riconoscerci amati da Lui, desiderati, chiamati, scelti…tutto questo è luce dentro di noi. E questa luce deve risplendere davanti agli uomini in gesti concreti di carità, di umiltà, di fraternità. Non dev’essere “coperta” da pigrizie, litigi, invidie, malvagità, come insegna il brano del libro dei Proverbi.
Facciamo attenzione alla carità, a come viviamo l’amore gli uni per gli altri! La quotidianità mostra davvero ciò che abita il nostro cuore: se ci stiamo solo illudendo di “avere” qualcosa che invece non c’è, perché resta soffocato. Oppure se ciò che abbiamo ascoltato lo stiamo davvero custodendo nel cuore perché risplenda e porti frutto.
Risplenda la nostra luce davanti agli uomini, perché vedano le nostre opere buone e rendano gloria al Padre nostro che è nei cieli.
Dalla Bolla di canonizzazione di Santa Chiara [FF 3283-3285]
O meravigliosa e beata chiarezza di Chiara! Ella veramente rifulse mentre viveva nel mondo, ma più vivida risplendette nella vita religiosa […]. Invero questa luce si teneva chiusa nel nascondimento della vita claustrale, e fuori irradiava bagliori luminosi; si raccoglieva in un angusto monastero, e fuori si spandeva quanto è vasto il mondo. Si custodiva dentro e si diffondeva fuori.
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