Cuori abituati alla voce di Dio
Sabato XXII Settimana del Tempo Ordinario
Mi 5, 1-4 Salmo 12 Mt 1,1-16.18-23
Natività della Beata Vergine Maria
Che meraviglia Giuseppe… E che bello è il modo in cui si prepara a fare la sua scelta! Come uomo giusto, cioè fedele alla legge giudaica, Giuseppe avrebbe avuto l’obbligo di denunciare Maria per adulterio. Certamente avrebbe potuto dar retta alla voce del sospetto, della vergogna, della gelosia, la voce del disonore e della rabbia. Ma lascia spazio a Dio che, in qualche modo, lo raggiunge con la sua voce. Giuseppe può fare questo, solo perché è già abituato a mettersi in ascolto, a fare silenzio e lasciar dialogare il proprio cuore con la Parola di Dio. Quest’uomo, proprio come la sua sposa Maria, è davvero capace di attendere il compimento di una promessa custodita da tempo nel cuore. Giuseppe oggi ci mostra come si fa a scegliere il bene: per sé, per gli altri, per il mondo intero. Ci insegna a dar retta alla voce più nobile e più generosa: quella di Dio. Possiamo attenderla, riconoscerla, lasciarla risuonare in noi. Se custodiamo giorno per giorno la Parola di Dio, questa voce ci raggiunge e orienta i nostri passi, la riconosciamo tra mille, diventa voce consueta ed amata.
“Quando tutto si oscura rimane solo una luce, ma per vederla bisogna essere abituati a cercarla”.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 757]
Alla Porziuncola, su un fico posto accanto alla cella del Santo, stava una cicala, che cantava frequentemente con la soavità consueta. Un giorno il Padre, allungando verso di lei la mano, la invitò dolcemente: (…) “Canta, sorella mia cicala, e loda con gioia il Signore tuo creatore!” Essa obbedì senza indugio. Cominciò a cantare e non cessò fino a quando l’uomo di Dio unì la propria lode al suo canto, e le ordinò di ritornare al suo posto.
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