Uomini che preparano la strada
Sabato XVII Settimana del Tempo Ordinario
Ger 2, 1-3.7-8.12-13 Sal 35 Mt 13,10-17
San Giovanni Maria Vianney, Memoria
I profeti che incontriamo nella Scrittura non sono eroi, ma persone che maturano pian piano la viva coscienza di essere strumenti nelle mani di Dio. Sono certi di aver ricevuto una parola da dover comunicare agli altri, perché tutti ritornino a Dio. Come nel caso di Geremia, il messaggio profetico giunge per sterminare e costruire, per demolire e piantare: è un messaggio consolante, sì, ma anche severo ed esigente! Questi uomini hanno la missione di preparare la strada al Signore che viene: per questo proclamano la giustizia e si battono per la verità, con coraggio e schiettezza, a tutti i costi. È infatti troppo alta la posta in gioco: la salvezza degli uomini e le donne a cui sono inviati. La preoccupazione principale del profeta è infatti che l’orgoglio e l’egoismo, l’idolatria e la menzogna e ogni altro peccato che abita il cuore umano, possa ostacolare le vie di Dio. Questi uomini fedeli, capaci di amare, ci offrono un esempio prezioso: veramente vogliono il bene dei fratelli. Donano la loro vita perché chi è nelle tenebre e nell’ombra della morte possa aprire gli occhi alla verità e incontrare il Signore.
“Benedetto il Signore Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo!”
Dalla Lettera di Frate Elia [FF 307]
Veramente la presenza del fratello e padre nostro Francesco era vera luce, non solo per noi che gli stavamo vicini, ma anche per quelli che erano lontani da noi per professione di vita. Era infatti una luce mandata dalla vera luce, che illumina quanti erano nelle tenebre e sedevano nell’ombra della morte, per dirigere i loro passi sulla via della pace. Questo egli ha fatto, come vera luce meridiana.
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