Domenica 15 luglio 2018, XVª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Marco 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Dalle Fonti
2 Celano 220: FF 815
Il vescovo di Assisi in quel tempo era andato in pellegrinaggio alla chiesa di San Michele. Mentre nel ritorno si era fermato a Benevento, gli apparve Francesco, nella notte del suo trapasso, e gli disse: «Ecco, Padre, lascio il mondo e vado a Cristo» (Cfr Gv 16,28). Al mattino svegliatosi, il vescovo narrò ai compagni la visione e, chiamato un notaio, fece segnare il giorno e l’ora del transito. Ne fu molto rattristato e pianse per il dolore di avere perduto il migliore dei padri. Ritornato poi alla sua terra (Cfr Sal 145,4), raccontò ogni cosa e ringraziò senza fine il Signore per i suoi doni.
Alla vita
Nessuno può camminare da solo, i consacrati diocesani hanno la loro comunità e il vescovo, i religiosi hanno la loro comunità di riferimento, i fedeli laici hanno la propria famiglia, la parrocchia, i movimenti, le associazioni, noi sposi, in particolare, abbiamo nostra moglie o nostro marito. La fede non è cosa per il singolo individuo, si deve essere almeno in due per poter portare Cristo. ll rischio dell’autoreferenzialità sarebbe quello della fede fai da te, di prendere una tangente che non è ciò che il Padre desidera, essere riferimenti fuori asse per chi incontriamo. Cristo è l’unico maestro ma ciascuno di noi può essere per il fratello supporto, riferimento, specchio, mezzo per intercedere al Signore. Gesù manda i suoi discepoli a due a due e dà a loro un potere, una forza che non è propria di chi viene inviato ma dell’inviante, una forza che non deriva dal mondo, dal possesso, anzi è necessario liberarsi del superfluo per poterla trattenere, è il potere sugli spiriti impuri. Ciò che il Signore ci dona è che insieme ai nostri fratelli possiamo guarire il cuore degli uomini dal peccato, da ciò che ci impedisce di arrivare alla meta, di avvicinarsi alla bellezza di una vita piena perché riempita dalla presenza di Cristo. Camminiamo assieme alla nostra comunità di riferimento per convertire le vite, per scacciare i demoni che abitano le nostre vite, per dare sollievo a chi soffre, per guarire il cuore.
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