Udire da discepoli = cercare senza dubitare
Venerdì VIII Settimana Tempo Ordinario
1Pt 4,7-13 Sal 95 Mc 11,11-25
San Giustino, Memoria
L’evangelista Marco non nasconde questa stranezza di Gesù che ha fame e cerca il cibo in un albero in cui intravede solo foglie. Inoltre non è la stagione dei suoi frutti. Poi lo maledice! Ancora più assurdo. Questo significa che l’atto di Gesù vuole essere come un piccolo enigma. È simbolico. Per questo san Marco aggiunge “e i suoi discepoli udirono queste parole”. Questo gesto di Gesù ha un valore di segno: il suo senso è altrove.
La chiave dell’enigma verrà offerta solo dopo la purificazione del tempio (altro segno un po’ strano se vogliamo). Marco sembra dirci che è necessaria una purificazione perché i discepoli possano capire. Il mattino dopo, Pietro fa notare a Gesù il fico che ha seccato. Forse, senza accorgersi, sta dicendo: quanto è efficace la tua parola! Infatti Gesù dà una lezione sulla potenza di Dio in risposta alla fede e alla preghiera. Solo da qui c’è il frutto, solo qui il vero culto. Quell’albero che Gesù giudica inadatto a far frutto è simbolo del tempio, in cui Gesù è venuto a cercare i frutti. Forse di Israele che è diventato sterile.
Questa parola, in cui Marco unisce in modo sapiente la maledizione del fico, la scacciata dei venditori del tempio, le parole sulla fede e preghiera, ci dice che spesso nella vita possiamo non comprendere qualche avvenimento. Ma sono soprattutto questi che il credente deve “udire” con spirito di ricerca, attesa e fede nella potenza di Dio, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà”.
Rendi forte e decisa la nostra fede in te, Signore Gesù.
Dalla Regola non Bollata [FF 62]
Manteniamoci dunque fedeli alle parole, alla vita, alla dottrina e al santo Vangelo di colui che si è degnato pregare per noi il Padre suo e manifestarci il nome di lui.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.