Perfetti per te, Signore!
Martedì XI Settimana Tempo Ordinario
1Re 21,17-29 Sal50 Mc 5,43-48
Oggi il Signore ci chiede di andare oltre la nostra, seppur buona, umana sensibilità: l’amore ai nemici diviene il criterio per la perfetta attuazione della volontà del Padre rivelata da Gesù. “Siate perfetti come è perfetto il Padre”: possiamo comprendere questo invito se dilatiamo l’elenco dei nostri destinatari all’amore. È chiesto un amore che sa di ferialità, di incontri già anticipati dal perdono, cioè dal considerare l’altro, a priori, come degno di essere amato. Questo non è immediato e nemmeno naturale, perciò, il Signore ci da una chiave con la quale poter accedere a questo “modo di vivere”: la preghiera, via privilegiata per camminare verso la perfezione che ci fa simili al Padre.
La preghiera fatta per chi è contro di noi, ha il potere di ammorbidire il nostro cuore indurito, ci rende umili, crea spazi di accoglienza, pian piano dilata lo spazio della nostra tenda! La preghiera ha la potenza di farci sentire amati, ci rende docili al perdono, a far sì che l’amore eterno e perfetto riempia la nostra vita… allora non avremo più paura di pensare o guardare all’altro, ma saremo ricolmi di Amore da voler restituire nella gratitudine!
Signor Gesù, sostienici con la tua Grazia perché il nostro modo di amare divenga sempre più perfetto secondo la volontà del Padre.
Dalla Lettera a un ministro [FF 234]
A frate ministro. Il Signore ti benedica! Io ti dico, come posso, per quello che riguarda la tua anima, che quelle cose che ti sono di impedimento nell’amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri anche se ti coprissero di battiture, tutto questo devi ritenere come una grazia. E così tu devi volere e non diversamente. E questo tieni in conto di vera obbedienza da parte del Signore Iddio e mia per te, perché io fermamente riconosco che questa è vera obbedienza. E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori.
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