Padre!
Giovedì XI Settimana del Tempo Ordinario
Sir 48,1-14 Sal 96 Mt 6,7-15
San Luigi Gonzaga, religioso
Quando chiamiamo Dio come “Padre” la nostra preghiera, prima di essere un’implorazione è un atto di adorazione. Infatti la Gloria di Dio è che noi lo riconosciamo come “Padre” e che allo stesso tempo noi ci riconosciamo nella verità, come figli amati.
Gesù insegnandoci la preghiera del Padre nostro, ci rivela la via attraverso cui conoscere e riconoscere chi è Dio, in uno stupore sempre nuovo: il nome di Dio, che noi ora possiamo pronunciare con fiducia, è “Padre”.
“Attraverso la Preghiera del Signore noi siamo rivelati a noi stessi, mentre ci viene rivelato il Padre” (CCC 2783), perché possiamo riconoscerci nella verità e senza paure, per ciò che siamo: piccoli, limitati, bisognosi di tutto come bambini, ma in questa nostra piccolezza, amati eternamente e quotidianamente dal Padre.
“O Padre, sia santificato il tuo nome: si faccia luminosa in noi la conoscenza di Te” (FF 268)
Dalla Regola non Bollata [FF 61]
E sempre costruiamo in noi un’abitazione e una dimora permanente a lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, che dice: «Vigilate dunque e pregate in ogni tempo, perché siate ritenuti degni di sfuggire a tutti i mali che stanno per venire e di stare davanti al Figlio dell’uomo. E quando vi metterete a pregare, dite: Padre nostro che sei nei cieli». E adoriamolo con cuore puro, «perché bisogna pregare sempre senza stancarsi mai»; infatti «il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino in spirito e verità.
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