Incorreggibile miopia
Lunedì XII Settimana del Tempo Ordinario
2Re 17, 5-8.13-15a.18 Sal 59 Mt 7,1-5
Gesù ci ricorda i rischi che corriamo continuamente a causa della nostra umana fragilità e della nostra incorreggibile miopia. È proprio vero: molto spesso l’attenzione alla pagliuzza nell’occhio altrui estingue o, quanto meno, rinvia la fatica che comporta affrontare le proprie travi. Spesso ci si sente molto bravi mentre si parla dei peccati altrui. Ma Gesù ci riaccompagna, teneramente ma con fermezza, dentro noi stessi e dentro la nostra coscienza. Non a caso usa il segno della trave, per ricordarci ciò che ci appartiene: qualcosa di grande che, oltre a pesare enormemente, ostacola la visuale, impedisce di leggere limpidamente, nella verità e nella carità, le cose, le relazioni, le persone, le situazioni attorno a noi.
Cos’è questa trave? È la mancanza d’amore, è il crederci migliori degli altri, è l’arrogante pretesa di sapere tutto, è il formulare giudizi spesso spietati. Chiediamo oggi al Signore uno sguardo limpido e umile, che sia un po’ più intransigente con noi stessi e un po’ più clemente con i fratelli.
Padre santo, rendici perfetti nell’amore, perché il mondo creda in colui che tu hai mandato, Gesù Cristo nostro Signore.
Dalla Regola non bollata [FF 37]
E tutti i frati non mormorino, non calunnino gli altri, poiché è scritto: “i sussurroni e i detrattori sono in odio a Dio” […] E non giudichino, non condannino; e come dice il Signore, non guardino ai più piccoli peccati degli altri, ma pensino piuttosto ai propri nell’amarezza della loro anima.
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