Le ali della grande aquila
Lunedì VI Settimana di Pasqua
At 16,11-15 Sal 149 Gv 15,26-16,4a
Dal Libro dell’Apocalisse ascoltiamo che, alla donna su cui si era scatenato l’odio del dragone antico, vengono date le due ali della grande aquila, per rifugiarsi al sicuro nel deserto ed essere nutrita (cfr. Ap 12,13). Così anche ai discepoli, su cui si riversa lo stesso odio che ha portato Gesù sulla croce, è promesso il dono dello Spirito Paraclito, colui che è chiamato vicino per difendere, per consigliare, per consolare, per nutrire: è Lui che procede dal Padre e testimonia il Figlio. Ma anche ai discepoli Gesù conferisce il mandato di testimoniare ciò che hanno visto e udito, proprio perché sono con Lui fin dal principio. “Voi che siete con me”: questo verbo al tempo presente ci permette di credere che il Signore parli non solo ai discepoli storici, ma a tutte le donne e gli uomini che sono con Lui ogni giorno e che per questo accolgono con amore l’invito a testimoniarlo nel mondo.
Santo spirito, vieni e difendici dal nemico, dona a noi ogni giorno la forza di annunciare, con gioia e semplicità, con le parole e con la vita, il Vangelo del Signore Gesù.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1020]
La grazia di Dio, nostro salvatore, in questi ultimi tempi è apparsa nel suo servo Francesco, a tutti coloro che sono veramente umili e veramente amici della santa povertà. (…) Su di lui, infatti, in quanto veramente poverello e contrito di cuore, Iddio eccelso posò il suo sguardo con tanta accondiscendenza e benignità che (…) lo scelse come luce per i credenti, affinché, divenuto testimone della luce, preparasse per il Signore la via della luce e della pace nel cuore dei fedeli.
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