Il tesoro in cielo
Lunedì VIII Settimana Tempo Ordinario
1Pt 1,3-9 Sal 110 Mc 10, 17-27
Una bella promessa davvero: “avrai un tesoro in cielo!”. Non è solo ciò che vivremo dopo la morte, ma è un bene che possiamo pregustare qui ed ora se, passo dopo passo, apriamo il nostro cuore a Dio e ci lasciamo liberare da tante catene di morte, illusioni di pienezza ma, in fondo, causa di tante nostre tristezze. L’uomo del Vangelo desidera una pienezza di vita e con tutto il cuore corre incontro a Gesù, chiedendogli una speciale eredità. Nella cultura ebraica, “l’eredità” non è un semplice patrimonio lasciato dai predecessori, ma è l’appartenenza eterna ad un popolo, il possesso pieno di una terra promessa da Dio.
Il tesoro in cielo, che il Signore Gesù assicura a quest’uomo e a tutti noi, è proprio la certezza di appartenere al Padre, di essere profondamente amati, destinatari di un patto di alleanza, di una promessa eterna di amore. È l’unico senso profondo, l’unica eredità che rende piena la vita. Il Signore Gesù ci ha già donato questo tesoro: facendosi uomo per noi, ha fissato il suo sguardo nel nostro, donandoci il suo amore; ha dato la vita per noi sulla croce ed è risorto, liberandoci per sempre dalle catene della morte.
Padre buono, che “nel tuo Figlio fatto uomo ci hai detto tutto e ci hai dato tutto”, fa’ che, guardando a Lui, possiamo progredire in quel cammino di libertà che è fonte della vera gioia.
Dalla Leggenda minore di San Bonaventura [FF 1333]
E siccome, a confronto dell’amore di Cristo, ormai gli riuscivano spregevoli tutti i beni della sua casa e li stimava come un nulla, sentiva di avere scoperto il tesoro nascosto e la splendente pietra preziosa. Attratto dal desiderio di possederli, decideva di staccarsi da tutte le cose sue e di scambiare, mercanteggiando secondo lo stile di Dio, gli affari del mondo con quelli del Vangelo.
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