Gloria a Lui!
Martedì VII Settimana di Pasqua
At 20,17-27 Sal 67 Gv 17, 1-11
La preghiera sacerdotale di Gesù è il dialogo tra Lui e il Padre. Un dialogo con contenuti alti, in cui Gesù si offre e riapre a noi il rapporto totale col Padre, mostrandocene il volto e la Gloria.
La parola Gloria, in italiano e in greco, richiama la fama, la stima che si gode presso gli altri. Invece, in ebraico, indica il “peso” di una persona, la sua consistenza, il suo valore oggettivo e reale. Gesù fa vedere l’amore tra il Padre e il Figlio, fa vedere il valore, il peso dell’amore reciproco che si manifesta,in particolar modo, nel lavare i piedi ai fratelli.
In questa preghiera si riassume tutta la missione di Gesù: il Padre gli chiede di essere fedele alla sua “ora” per farci sperimentare l’amore assoluto che rivela Dio come Padre. Fin dalle nozze di Cana, Gesù pensa all’ ”ora” in cui si rivelerà la sua gloria. L’ ”ora” è decisiva e tutto il resto è un cammino verso quest’”ora” che culminerà sulla Croce. Sulla croce Gesù mostrerà che Dio è Dio perché ama proprio in quella modalità, nell’offerta della vita.
Signore, il nostro più grande e profondo desiderio, sia quello di conoscere Te e il Padre per poterci offrire nella libertà.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF792]
Infine, chi potrebbe spiegare o chi potrebbe capire come la sua unica gloria sia stata nella croce del Signore? Solo lo può sapere chi, unico, ha avuto la grazia di provarlo. Certo, anche se ne avessimo qualche leggera esperienza, le nostre parole, insudiciate come sono dall’uso di cose comuni e senza valore, non sarebbero in grado di esprimere così grandi meraviglie. E forse, proprio per questo si è dovuto manifestare nella carne, perché sarebbe stato impossibile esprimerlo a parole.
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