Domenica 20 maggio 2018, PENTECOSTE
Dal Vangelo
Giovanni 15,26-27; 16,12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Dalle Fonti
2 Celano 184: FF 771
Quando Francesco stava per giungere al traguardo della sua chiamata (Fil 3,14) al Signore, un frate sempre premuroso delle cose divine, mosso da affetto per l’Ordine gli domandò: «Padre, tu passerai da questa vita, e la famiglia che ti ha seguito rimane abbandonata in questa valle di lacrime (Sal 83,7). Indica uno, se conosci che esista nell’Ordine, che soddisfi il tuo spirito e al quale si possa addossare con tranquillità il peso di ministro generale». Francesco, accompagnando le singole parole con sospiri rispose: «Non conosco alcuno capace di essere guida di un esercito così vario e pastore di un gregge tanto numeroso. Ma voglio dipingervi e, come si dice, modellare la figura, nella quale si veda chiaramente quale deve essere il padre di questa famiglia».
Alla vita
Lo Spirito Santo è apertura, mai chiusura. I verbi sono al futuro, indicano uno slancio che non è ingabbiabile nemmeno dalle nostre migliori intenzioni. A proposito della “verità tutta intera”, padre Ermes Ronchi sottolinea che “non consiste in formule o concetti più precisi, ma in una sapienza del vivere custodita nella vicenda terrena di Gesù. Una sapienza sulla nascita, la vita, la morte, l’amore, su me e sugli altri, che gli fa dire: «io sono la verità» e, con questo suggeritore meraviglioso, lo Spirito, ci insegna il segreto per una vita autentica: come principio in tutto c’è un legame d’amore”.E la preoccupazione per il governo di “un esercito così vario” e di “un gregge tanto numeroso” espressa nelle Fonti? Solo lo Spirito Santo può garantire che la diversità non diventi caos, ma unità. Non si livella la pluralità: l’obiettivo è giungere a un’articolata unità, un’unità plurale, come molti doni e molte membra vengono composte nell’unico corpo del Signore che è la Chiesa. Attenti dunque a disdegnare la “varietà” (in nome dell’uniformità) e i grandi numeri (in nome dei “piccoli numeri” che fanno tanto “umiltà”): potrebbero essere delle tentazioni belle e buone per sotterrare i talenti e amare meno, alla faccia della Pentecoste!
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