Giovani frati tra le provocazioni – testimonianze #12
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Giuseppe, è una persona che fa volontariato nel patronato della parrocchia dove faccio servizio. Tende a definirsi mezzo ateo e sono più di 50 anni che non gli interessano le questioni su Dio e la religione. Giuseppe è una persona piena di interessi, un appassionato di filosofia, un uomo di cultura e anche un buon provocatore: ogni volta che mi incrociava il dialogo iniziava con domande e affermazioni insidiose su Dio e sulla chiesa.
Un giorno in modo semplice gli ho rivolto una domanda. Prima però mi sono fatto promettere che non mi avrebbe risposto subito, ma solo a tempo opportuno. Gli chiesi: «Perché Dio ti ha creato?».
Per diverso tempo non abbiamo più avuto la possibilità di incontrarci: Giuseppe aveva cambiato i suoi turni in patronato per esigenze di servizio e di salute.
Nel bel mezzo del pomeriggio della domenica di Pasqua, erano circa le quattro, entrai in chiesa e con mia grande sorpresa trovai Giuseppe ai piedi dell’altare. Stava fotografando il presbiterio addobbato per la festa di Pasqua.
Mi misi a sedere in un banco in fondo alla chiesa. Lui continuò il suo giro e dopo poco si avvicinò, mi salutò e si mise a sedere vicino a me, stando stranamente in silenzio. Quel silenzio durò dieci minuti, un silenzio pieno di parole nascoste e profonde che solo Dio conosce, un dialogo a due, noi con le nostre convinzioni e Dio che con il suo amore è morto e risorto per noi e ci aspetta da sempre per dirci che ci ama così come siamo.
Improvvisamente Giuseppe si alza e mi dice: «Beh adesso devo proprio andare. Grazie di tutto!».
«Signore tu mi scruti e mi conosci; mi hai come un prodigio» [Sal 139,2.8]
fr. Simone
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