Potente è il suo amore per noi
Venerdì III Settimana di Pasqua
At 9,1-20 Sal 116 Gv 6,52-59
Oggi ancora la Parola ci invita a considerare la potenza della risurrezione e a contemplare il desiderio di Dio di donare se stesso. Ieri abbiamo ascoltato come Gesù abbia detto di se stesso: “io sono il pane vivo disceso dal cielo”. I figli di Israele conoscevano questo linguaggio e le opere di Dio impensabili e inimmaginabili per ogni mente creata: la roccia dona acqua, il mare diviene terra asciutta, una valle piena di ossa si trasforma in umanità nuova… Oggi dice che occorre mangiare la sua carne e bere il suo sangue per avere la vita. Ma questo è “troppo” per chi lo ascolta. E, di fronte all’incredulità e allo sgomento, Gesù insiste sul realismo delle sue parole e sulla necessità della fede e della comunione con lui. Sant’Efrem dice: “Fu ben potente il figlio del falegname che trasferì il genere umano nella casa della vita” perché “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui”. È la vita nuova, la stessa donata a Saulo, annunciatore instancabile di Gesù, figlio di Dio, della sua potenza che si manifesta nella nostra debolezza; è la vita eterna promessa dal Padre ai figli che si nutrono di Gesù.
O Padre, questo tempo pasquale faccia rifiorire in noi la gioia di poterci nutrire di Cristo tuo Figlio e la volontà di vivere per Lui.
Dalle Ammonizioni [FF 143]
Lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, è lui che riceve il santissimo corpo e il sangue del Signore. Tutti gli altri, che non partecipano dello stesso Spirito e presumono ricevere il santissimo corpo e sangue del Signore, mangiano e bevono la loro condanna. Perciò: Figli degli uomini, fino a quando sarete duri di cuore? Perché non conoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio?
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