Come vivo la fede?
Giovedì II Settimana di Pasqua
At 5,27-33 Sal 33 Gv 3,31-36
Giovanni Battista è voce di Gesù, è voce di gioia perché è contento che il Messia sia seguito! Giovanni lascia il posto, diminuisce, esce quasi di scena perché ha compiuto la sua missione e perché conosce bene la vicinanza e la distanza che c’è tra lui e il Suo Signore: “Lui deve crescere e io diminuire”, afferma. Giovanni ci insegna che questo è il programma del discepolo. Dobbiamo diminuire, divenire poveri, lasciare la gloria terrena, per cogliere il significato profondo degli eventi, della Parola, delle cose che riguardano il Signore e così servirlo nella gioia.
Giovanni ci dice anche che Gesù è l’atteso da sempre perché “Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito”. Gli Apostoli, dopo la resurrezione, hanno ben capito questo e lo annunciano davanti al Sinedrio. Obbediscono a Dio sapendo che verrà loro dato lo Spirito perché sono testimoni e proprio perché vivono nell’obbedienza. Chi accetta Gesù e crede in Lui ha la vita eterna; chi non Lo accetta e non crede in Lui, sceglie di escludersi da solo da questo dono.
Signore Gesù, il tuo Amore sia la nostra sola gioia!
Da Sacrum Commercium [FF 1972]
Mentre con passo assai leggero si affrettavano verso la sommità del monte, ecco che madonna Povertà, stando sulla cima, volse lo sguardo lungo i pendii della montagna. E vedendo quegli uomini salire, anzi volare, con tanto vigore, si meravigliò fortemente e disse: «Chi sono costoro che volano come nubi, e come colombe verso il loro nido? Da lungo tempo non ho visto nessuno come loro, né ho ammirato altri così spediti, per essersi scrollati di dosso ogni peso».
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