Beato il servo
Giovedì IV Settimana di Pasqua
At 13,13-25 Sal 88 Gv 13,16-20
Gesù, “inviato da Dio come salvatore”, si è fatto servo di ciascuno di noi, mostrandoci che davvero, secondo la sua parola, “si è più beati nel dare che nel ricevere” (At 20,35), o potremmo dire, si è più beati nel servire che nell’essere serviti. Questa verità la vediamo nella lavanda dei piedi e, ancor più pienamente, la contempliamo nel mistero pasquale di Gesù: la grandezza è nel farsi piccoli, la beatitudine nel servire e donare la propria vita.
“Sapendo queste cose”, cioè avendo visto compiersi questa parola in Gesù e avendo “sperimentato” nell’incontro con il Signore il suo essersi fatto servo di ciascuno, “siamo beati se le mettiamo in pratica”, se anche noi, morendo a noi stessi, per la grazia che riceviamo dal Signore, ci abbassiamo ai piedi dei nostri fratelli e sorelle, in particolare dei più prossimi, senza preferenze o esclusioni, proprio come Gesù che ha lavato i piedi ai discepoli, sapendo che fra essi c’era chi lo avrebbe di lì a poco abbandonato, rinnegato o tradito.
Rinnovaci Signore con il tuo amore, e fa che sappiamo vivere la beatitudine del servire
Dalle Ammonizioni [FF 169]
Beato il servo il quale non si ritiene migliore, quando viene magnificato ed esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più […]. E beato quel servo che non viene posto in alto di sua volontà e sempre desidera stare sotto i piedi degli altri.
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