La vera preghiera
Sabato III Settimana di Quaresima
Os 6,1-6 Sal 50 Lc18,9-14
Nel vangelo di oggi, Gesù vuole indicarci quale e come deve essere la nostra preghiera. Ci mostra la diversità della preghiera del fariseo e del pubblicano per metterci di fronte alla verità del nostro modo di pregare Dio. Potrebbe essere un esame di coscienza sul nostro rapporto con il Padre, su ciò che portiamo nelle nostre preghiere e cosa si cela in esse. Gesù ci indica chiaramente che l’unica preghiera gradita al Padre è quella di riconoscere ciò che siamo davanti a Lui. La nostra miseria, la nostra piccolezza, la nostra fragilità ci rende umili per poter dire che tutto ciò che di bello e buono possiamo aver fatto è solo un dono suo e a Lui va riconosciuto. Gesù ci vuole educare anche a non fare paragoni con nessuno, a non giudicare, perché solo Lui conosce i cuori, i pensieri di ogni uomo. Nel vangelo troviamo spesso l’invito di Gesù a pregare il Padre, Lui stesso spesso si ritira per trovare e nutrire quel rapporto con il Padre. Questo ci insegna che solo nella preghiera possiamo trovare la verità di noi stessi in Dio.
Padre, donaci una preghiera umile, affinché ci conduca alla verità!
Dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [FF 591]
Francesco,benché ancora in abito secolare, aveva già un animo religioso. Lasciava i luoghi pubblici e frequentati, desideroso della solitudine, e qui spessissimo era ammaestrato dalla visita dello Spirito Santo. Era infatti strappato via e attratto da quella sovrana dolcezza che lo pervase fin dal principio, in un modo così pieno da non lasciarlo più finché visse.
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